OCEANA PRESENTA A BRUXELLES LE PROVE E LE RACCOMANDAZIONI PER LA LOTTA CONTRO LA PESCA ILLEGALE NELLA FLOTTA EUROPEA

14-05-2008
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L’organizzazione internazionale per la conservazione marina ha presentato oggi a Bruxelles i rapporti contenenti i dati aggiornati sull’uso illegale di reti derivanti in Italia e Francia Nel 2007, Oceana ha identificato oltre un centinaio di imbarcazioni, colte “in flagrante” con reti derivanti illegali Oceana ha presentato oggi a Bruxelles i seguenti rapporti: “Reti derivanti italiane: la pesca illegale non si ferma” e “Thonaille: l’uso di reti derivanti nel Mediterraneo da parte della flotta francese”. Entrambi i rapporti denunciano l’uso continuo nel Mediterraneo di questo attrezzo da pesca illegale da parte delle flotte francesi e italiane, e propongono misure per l’eliminazione di questo attrezzo, 6 anni dopo l’entrata in vigore del suo divieto. Nel corso della campagna del 2007, Oceana ha identificato in totale 137 imbarcazioni implicate nell’uso di reti derivanti. Per quanto riguarda il caso italiano, molte imbarcazioni, pur essendo state sovvenzionate per la loro riconversione ad altri attrezzi da pesca, continuano ad utilizzare questo attrezzo illegale. I documenti presentati da Oceana forniscono inoltre un’analisi della flotta e delle cause che hanno determinato la persistenza di un’attività illegale, malgrado l’avvio di piani di riconversione, l’erogazione di fondi comunitari e ogni altro mezzo impiegato al fine di evitare la pesca illegale. 

Durante la conferenza stampa, l’organizzazione internazionale per la conservazione marina ha voluto incidere sull'attuale contesto della politica comune della pesca, nel cui ambito si stanno negoziando una nuova regolamentazione relativa alla pesca Illegale, Non Dichiarata e Non Regolamentata (IUU l’acronimo inglese) e nuove misure per migliorare il controllo della pesca illegale nell’UE, che evidentemente si è dimostrato completamente inefficace per garantire l’applicazione della legislazione vigente. Maria José Cornax, biologa marina dell’organizzazione internazionale ha dichiarato: “Quando si parla di pesca Illegale, Non Dichiarata e Non Regolamentata, si tende a pensare a zone di pesca in acque lontane e a flotte battenti bandiere di convenienza, senza renderci conto che l’uso di reti derivanti è un’attività IUU condotta dalla nostra flotta".  Riguardo alle misure di controllo, ha aggiunto: “A partire dall’analisi dei dati ottenuti sul campo e delle cause cha fanno sì che più di un centinaio di imbarcazioni continuino ad utilizzare questo attrezzo da pesca illegale, Oceana propone una serie di raccomandazioni, che in realtà si possono applicare a tutta la flotta del Mediterraneo”.   La maggior parte delle misure avanzate da Oceana si inseriscono nel Regime di controllo della politica comune della pesca.

Reali ispezioni nei porti, seria applicazione delle “scatole nere” o Sistema di Localizzazione di Navi (VMS) e, in caso di infrazioni, applicazione di sanzioni sufficientemente dissuasive, tali da garantire il rispetto della legge, o restituzione delle sovvenzioni percepite, sono solo alcuni dei provvedimenti impugnati dall’organizzazione per la conservazione marina, il cui obiettivo è la totale eliminazione dell’uso di reti derivanti nel Mediterraneo.   Xavier Pastor, Direttore di Oceana per l’Europa, ha concluso: “La persistenza nell’uso di reti derivanti da parte della flotta europea, 6 anni dopo l’entrata in vigore del divieto, mette in discussione tutto il funzionamento della politica comune della pesca e inoltre, fornisce un chiaro esempio dell’urgente necessità di avviare nuove misure di controllo, adattate alla realtà della pesca e tali da garantire l’adempimento della legislazione vigente.”   Oceana conduce una campagna attiva contro l’uso di reti derivanti nel Mediterraneo. Queste reti, la cui altezza può raggiungere i trenta metri e la cui lunghezza può essere di vari chilometri, costituiscono un muro invalicabile per un gran numero di specie marine, molte delle quali minacciate, come i cetacei, le tartarughe e gli squali. Per questo motivo, nel 1992 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una moratoria internazionale contro l’uso di questo attrezzo da pesca. Nell’Unione Europea dal 2002 è vietato l’uso di reti derivanti per la cattura di specie come il pesce spada, il tonno rosso o la corifena.

Sin embargo, más de 500 embarcaciones continúan utilizando redes de deriva en el Mediterráneo en países como Italia, Francia, Marruecos, o Turquía. Ciononostante, oltre 500 imbarcazioni continuano ad usare reti derivanti nel Mediterraneo, in paesi come l'Italia, la Francia, il Marocco o la Turchia.Oceana lleva a cabo un seguimiento anual de estas flotas, tanto en puerto como en alta mar.

Oceana svolge un’indagine all’anno su queste flotte, sia in porto che in mare aperto

Oceana dispone di video e fotografie con reti derivanti illegali.  E’ disponibile online il video “Redes de deriva italianas: la continuidad de una pesca ilegal”  Acceda a online ai rapporti cliccando sul titolo: “Reti derivanti italiane: la pesca illegale non si ferma” e “Thonaille: l’uso di reti derivanti nel Mediterraneo da parte della flotta francese”. 

Web: www.oceana.org

Il peschereccio italiano Federica II con chilometri di reti derivanti a bordo. Porticello-Porto Bagnera, Italia
Il peschereccio italiano Federica II con  chilometri di reti derivanti a bordo. Porticello-Porto Bagnera, Italia
Il peschereccio italiano Squalo con un pesce spada intrappolato nella rete. Sur di Cetraro Marina, Italia
Il peschereccio italiano Squalo con un pesce spada intrappolato nella rete. Sur di Cetraro Marina, Italia
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