Riserve marine contro il cambiamento climatico
17-04-2007Home
Ma un ecosistema marino in salute resiste meglio al cambiamento climatico. E per la salute del mare ci vogliono le riserve marine.
L'IPCC - il panel internazionale di scienziati che tiene sotto costante osservazione il cambiamento climatico – non ha dubbi: il cambiamento climatico influisce sulle caratteristiche fisiche, biochimiche e biologiche degli oceani e delle coste. Gli oceani hanno inoltre assorbito oltre l'80 per cento del calore aggiunto al nostro Pianeta.
Greenpeace presenta oggi il rapporto "The Heat Is On". Secondo questo rapporto le riserve marine possono essere una risposta al cambiamento climatico: creare delle riserve marine significa contrarre una polizza contro i rischi derivanti dal cambiamento climatico.
Il concetto chiave è quello di resilienza: gli ecosistemi marini più complessi e ricchi di biodiversità reagiscono meglio degli ecosistemi impoveriti agli impatti del cambiamento climatico. Proteggere le alghe, le stelle marine e i polpi non è quindi un lusso: la salute di un ecosistema dipende anche da queste specie e dai loro habitat. Tutelare la biodiversità vuol dire contrastare il cambiamento climatico.
Ma gli oceani sono in crisi. L'inquinamento e lo sfruttamento eccessivo del patrimonio ittico stanno indebolendo i nostri mari. Greenpeace ha proposto l'istituzione di un network di riserve marine: attraverso le riserve marine si può recuperare la vitalità degli ecosistemi e arginare gli effetti del cambiamento climatico.
L'Unione Europea si trova a un passo da una scelta fondamentale per la protezione dei suoi mari: grazie alla prossima adozione di una direttiva per la strategia marina europea, ha l'opportunità di porre le basi per uno strumento legislativo atteso a lungo, coerente e dedicato alla protezione del mare, la prima reale opportunità di tradurre gli impegni globali e regionali in azione concreta.