Francesca Bagnoli, campionessa italiana

10-11-2016
Competizioni

Il kitesurf mi ha subito colpito perché mi ricordava la ginnastica artistica e, dopo alcune lezioni, alla prima planata sulla tavola, è stato subito amore”. Ecco Francesca Bagnoli: giovane, energica, umile, ma determinata. Vi presentiamo la nuova campionessa italiana di Freestyle.

Francesca, presentati un po’.
Sono una ragazza toscana, precisamente di Livorno, e ho 22 anni. Sono sempre stata una super appassionata di sport. Da piccola praticavo ginnastica artistica a livello agonistico e, anche se ho smesso 10 anni fa, è uno sport che ancora amo vedere e che mi interessa molto. Faccio kite e sono appena rientrata dal Sardina Grand Slam, come campionessa italiana di freestyle.

Quando hai iniziato a fare kitesurf?
Nel 2009, grazie a mio papà che in quegli anni saltava e ruotava in aria grazie all’aquilone e alla sua tavola. Mi ha subito colpito perché mi ricordava un po’ la ginnastica artistica e, dopo alcune lezioni di kite, alla prima planata sulla tavola, è stato subito amore. Non avrei mai immaginato che questo sport mi potesse portare a fare la vita che sto facendo adesso. Faccio molti viaggi, sia per allenamenti che per le gare e conosco sempre gente e posti nuovi e meravigliosi.

Spiegaci e raccontaci un po' questo sport in generale.
Il kitesurf è uno sport recente, nato intorno al 2000. Consiste nel farsi trainare da una vela che usa il vento come propulsore e che viene manovrata attraverso una barra di controllo. Si pratica con una tavola ai piedi con la quale si plana sull'acqua, con o senza attacchi. E ovviamente ci sono diverse discipline: freestyle, big air e poi wave, quindi puoi surfare le onde.

Pensi sia pericoloso?
Durante i primi anni chi praticava questo sport veniva spesso e volentieri giudicato un “pazzo suicida”, perché non c’erano i sistemi di sicurezza che ci sono oggi, che ci permettono di staccarci velocemente da tutta l'attrezzatura in caso di pericolo. Quindi grazie a queste evoluzioni direi che il kite, se praticato con un po’ di attenzione, non è più uno sport da ritenere pericoloso. Certo, rimane comunque una disciplina un po’ estrema.

Hai una brutta esperienza da raccontare? 
Fortunatamente non ho mai avuto brutte esperienze. 

E il più bel ricordo, invece?
Il mio più bel ricordo risale al marzo 2015. Mi trovavo a Dakhla, in Marocco, e mentre facevo kite un delfino si è avvicinato alla mia tavola e ha nuotato con me per qualche minuto. Inizialmente ero molto spaventata perché ho subito pensato che fosse uno squalo, ma quando ho capito che si trattava di un delfino mi sono rilassata e mi sono goduta il momento. Sembravamo due amici che si divertivano insieme.

Come mai hai deciso di trasformare questa passione in competizione?
Ho sempre gareggiato in tutti gli sport che ho fatto. Ho la competizione nel sangue, mi piace confrontarmi con le altre e capire su cosa devo lavorare. Adoro l'adrenalina che si prova in gara, il cuore che va a mille, la saliva che manca e quello che mi piace ancora di più è sentire il suono della tromba (che decreta inizio alla heat): mi carica tantissimo.

In che cosa consiste una gara di kite?
Io pratico freestyle e durante le mie gare devo fare delle manovre all'interno del campo di gara, che è definito da quattro boe. Solitamente le heat durano dai sei agli otto minuti. Possiamo saltare dodici volte e i giudici contano le cinque manovre con il punteggio maggiore

Quando sei in acqua a cosa pensi?
Credo di non pensare a niente. Mi godo il momento, sono concentrata e penso a come devo fare i miei trick. Spesso mi trovo a cantare canzoni anche imbarazzanti. Una delle mie preferite, per esempio, è “L’Ape Maia”.

La tua giornata tipo? Qual è la routine?
Inizio la mia giornata con una bella colazione e un paio di ore di studio. Dopo di che vado allo spot e mi dedico completamente al kite. Quasi tutte le sere, quando torno a casa, faccio un'oretta di yoga: mi aiuta a rilassare mente e corpo. Tre volte alla settimana, invece, faccio degli allenamenti a terra, per prevenire infortuni e dare il meglio quando sono in acqua. Qui mi aiuta il mio preparatore atletico Francesco Cerra e, anche se la maggior parte delle volte lavoriamo a distanza, siamo un'ottima squadra.

Altri progetti, oltre al kite?
L'anno scorso ho iniziato a studiare scienze motorie online. In questo modo posso allenarmi e nello stesso tempo cercare di aprirmi anche un'altra strada. Oltre al kite mi piace molto fare yoga. Lo pratico da un anno, da autodidatta, ma spero di riuscire ad approfondirlo, magari con un corso di qualche settimana il prossimo anno.

Qual è il luogo che sogni? O il viaggio?
Mi piacerebbe andare in Australia, prima o poi.

Se chiudi gli occhi, pensando al futuro, che cosa vedi?
Ci sono io sul podio del Campionato Mondiale.

 

Francesca Bagnoli
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