Test Tabou Da Curve 79 Anno 2013

30-06-2013
Boards

Misure 228 x 56 – 79 lt. – 6,4 Kg Range Vele (3.7~5.7) Costruzione: Flex Light Carbon Kevlar Construction Pinne: Zinger – Anteriori 2 x 9 – Posteriori 2 × 15 – Slot Box

Primo Sguardo:

La grafica, in coerente stile Tabou, evoca motivi “pop art” che rendono il brand assolutamente inconfondile. Le vivaci colorazioni policrome della coperta e della carena appaiono “incorniciate” da una fascia perimetrale nera che copre interamente i bordi. Anche il carbonio, le cui maglie si intravedono nella poche parti lasciate senza grafica, contribuisce a conferire alla tavola quel gioco di contrapposizioni che bilancia la follia di una grafica senza “freni inibitori” con il raziocinio di una costruzione che fa' della robustezza e della leggerezza i suoi punti forti. Per la seconda generazione quadster lo shaper Fabien Vollenweider, nella logica che quando uno shape riesce non va stravolto, ha apportato solo lievissimi ritocchi tutti concentrati nella zona poppiera. Le modifiche, quasi impercettibili ad occhio, sono consistite in una leggera limatura del volume e nell’introduzione di un lieve concavo al fine di aumentare ulteriormente il controllo in surfata. Infine, il nuovo processo costruttivo Flex Light Carbon Kevlar, ha reso le tavola ancora piu' leggera e solida rispetto alla precedente.

Strap: il posizionamento delle strap e' stato molto curato per le innumerevoli regolazioni consentite. A differenza della maggior parte delle tavole in commercio tutti i tasselli sono posizionati ad una distanza di 1,5 cm. (in luogo dei canonici 3 cm) in maniera da consentire il montaggio della strap sia a 13,5 (per una calzata “hawaiana” stretta alla base e larga sul collo del piede) che nella consueta calzata a 15 cm. Per quanto riguarda la strap posteriore e' possibile sia il posizionamento asimmetrico con vite di serraggio singola che il serraggio simmetrico doppio antitorsione. Per quanto concerne le strap anteriori e' possibile avvitarle con due angoli rispetto all’asse della tavola: un angolo piu' interno, per chi predilige esclusivamente il wave riding, o esterno maggiormente duttile. I puristi potranno addirittura optare per una configurazione asimmetrica (esterna per saltare in uscita ed interna per surfare nel bordo a rientro.)

Pads: i pads dotati di comodi bumpers per assorbire gli impatti sono confortevolissimi sia in andatura che specialmente nei salti.

Pinne: la tavola viene corredata da 5 validissime pinne Zinger e 2 tappi chiudiscassa. Possiamo usare il set di pinne quad (2 pinne da 9 per le scasse anteriori e 2 pinne da 15 per le scasse posteriori) tappando la quinta scassa centrale oppure il set di pinne truster, al fine di ottenere un assetto trifin per le condizioni meno “pulite”, usando come pinne anteriori le 9 e come pinna centrale la 17, chiudendo ovviamente le scasse inutilizzate. In realta' molti rider per l’assetto truster utilizzano come pinna posteriore in luogo della 17 la 15 per ottenere maggiore manovrabilita'.

In acqua

Mantenere l’imparzialita' per un prodotto, il cui fratello minore, mi ha reso felice durante tutto il mese di agosto trascorso a Tenerife risulta davvero difficile. In effetti il Tabou quadster 2012 74 e' risultato sempre all’altezza della situazione in qualsiasi condizione di vento e onda. Dalle numerose uscite con la 3,7 sovrainvelato a quelle con la 4,7 al limite, il piccolo quadster mi ha sempre fatto tornare in spiaggia con il sorriso sulle labbra. Al ritorno dalle vacanze estive ho avuto la possibilita' di usare questo nuovo quadster 2013 – 79 litri nello spot di Termoli, teatro ideale per provare accuratamente la tavola in wave riding. Sebbene il litraggio di 79 litri, per un peso “piuma” come me (64 kg.), sia da considerarsi piu' idoneo alle condizioni light wind la tavola non e' apparsa mai incontrollabile. Nonostante le vele usate ( 4,7 – 4,2) la tavola ha confermato, anche nella misura piu' grande, le grandissime doti di controllo anche in sovrainvelatura. In surfata lo shape “indovinato” rende tutto molto semplice sia nella configurazione da me prediletta quad, dove il grip eccezionale consente bottom turn strettissimi rail to rail che in configurazione truster, un pelino piu' “loose” ma meno sofferente nei buchi di vento e dalla planata immediata. Gia' dal primo bordo, nonostante il passo larghissimo tra le gambe (stance) subito si avverte una rassicurante familiarita'. Superare i frangenti, grazie al pronunciato scoop, e' operazione semplicissima tanto che impattando la schiuma non di rado la tavola tende a staccare a volte anche in maniera improbabile dimostrando una notevole vivacita'. Per quanto concerne la doppia configurazione quad – truster disponibile ho potuto appurare, facendo diverse prove, che impegnando qualche minuto per trimmare la tavola prima di uscire e' possibile affrontare nel migliore dei modi un’ampissima varieta' di condizioni. L’assetto truster mi e' tornato utile prevalentemente con il vento leggero. In queste condizioni la tavola diventa molto planante e veloce. Quando invece il vento e' costante ed il tiro nella vela e' assicurato il quad mi ha garantito un controllo senza limiti. Surfare con questa tavola e' un vero piacere. E’ opportuno sottolineare che in quest’ultima configurazione, nonostante risultino un pelo pregiudicate la partenza in planata e la velocita' comunque restano perfettamente in linea con le tavole di pari litraggio. Di certo la configurazione quad predilige le onde ed e' proprio li che il Tabou Quadster eccelle: la discesa dall’onda, propedeudica al bottom turn non ravvisa mai incertezze, sbilanciamenti o perdite di aderenza, la tavola procede con la prua alta in attesa di essere indirizzata, mediante gli affilati rails, nella parte piu' ripida dell’onda. Basta cambiare il peso e spingere costantemente con il collo del piede e l’assetto quad garantisce, grazie al suo grip impressionante, archi di curva strettissimi alla massima velocita'. L’unico limite e' rappresentato dalla destrezza o meno del rider. Vuoi per la distanza tra le strap molto ampia, vuoi per lo shape davvero eccellente, questa tavola consente sempre di essere radicali senza essere necessariamente dei pro.

Il trim: Per quanto concerne il trim, una volta valutate le condizioni e quindi optato per la configurazione QUAD o TRIFIN secondo le mie prove e le opinioni scambiate con molti rider le configurazioni ottimali sono le seguenti:

Piede d’albero: dividendo la scassa in tre parti uguali, l’inizio del terzo segmento da prua (circa a 130 cm. da poppa) e' il punto ideale per posizionare il track.

Pinne in assetto Quad: ho trovato come posizione ideale la posizione centrale per tutte le scasse.

Pinne in assetto Truster: le due pinne anteriori al centro delle scasse e la pinna centrale 2 cm piu' arretrata rispetto al centro (specie se si utilizza la 14 invece della 17).

Strap: strap posteriore al secondo tassello da dietro con larghezza 13,5. Verificare che l’asse immaginario che attraversa la tavola passando per il centro della strap combaci con la parte anteriore delle pinne posteriori (leading edge). Le strap anteriori le ho posizionate al primo tassello da dietro, a 13,5 sui tasselli interni.

In conclusione: Una tavola dal temperamento vivace nel wave restando sempre molto accessibile e consentendo di migliorare la propria tecnica di surfata.

Paolo De Angelis windspirit staff

L’opinione del peso massimo

Rider: Emilio Lamberti Peso (a secco) 90kg Tavola attuale: Tabou Quadster 91

Sono sempre stato del parere che in uno sport come il windsurf, dove il peso del rider incide molto, l'equazione "Uomo grande = Tavola grande" sia la piu' semplice ed intuibile soluzione! Sin dai primi bordi la sensazione e' di avere una tavola bilanciatissima, premetto che il mio livello non e' quello di un pro ma questa board conferisce una sensazione di sicurezza che aiuta davvero tanto a disimpegnarsi in ogni condizione specialmente in surfata dove il controllo conferito al rider rende un gioco da ragazzi surfare le onde di medio livello. Una tavola che non solo e' in grado di esaltare e migliorare il livello in wave riding ma che non paga nulla, e sottolineo questo aspetto, in ingresso in planata rispetto a tavole di pari categoria. Anzi devo dire che paragonata ad altre tavole che ho posseduto il quadster non mi ha dato quella sensazione di tavola frenata. Nelle condizioni light wind e quando c'e' molta corrente, la tavola in configurazione quad inizia a risentire un po' dell'effetto attrito e a rimanere un po' troppo vincolata all'acqua. Sensazione che noi surfisti pesanti conosciamo bene. Ma e' qui che entra in gioco la seconda possibilita' messa a disposizione da Fabien: il Trusther! Ci si impiega davvero poco nel smontare le due pinne posteriori posizionare i tappi e inserire la terza pinna nella scassa centrale e dato che sono abbastanza pigro nelle regolazioni credo di aver superato la noia iniziale con questo meraviglioso sistema: lo slot box. Il solo pensiero di dover regolare le vecchie us e per ben 5 scasse fa affiorare brutti ricordi tra giravite martello, pinne incastrate e viti che si perdevano nella sabbia.

Con le slot box invece basta davvero poco ed il vostro quad diventa un trusther. Se volete avere una tavola un po' piu' "slashante" consiglio di lasciar perdere la quinta pinna (la piu' grande fornita in dotazione) e di utilizzare una delle due posteriori dell'assetto quad per avere una configurazione piu' trifin (ossia con tre pinne di pari lunghezza). Con questo assetto la tavola eccelle nelle condizioni di vento leggero e consente a noi rider pesanti di continuare a divertirci. Le sensazioni sono di una tavola molto piu' libera sotto i piedi e ancora piu' planante e veloce rispetto alla configurazione quad. In surfata gode di una spaventosa accelerazione che permette all'uomo grande di ridare anche con poco vento. Riassumendo: questa tavola e' davvero adatta ad ogni condizione per il rider pesante. Ho utilizzato l'assetto quad per tutte le uscite dalla 4.7 in giu' divertendomi come un matto anche nelle giornate da 3.5 in cui meno litri avrebbero potuto far comodo. Mentre nelle condizioni da 5.2 a salire e soprattutto nei nostri mari con condizioni non eccellenti, la configurazione truster e' stata la migliore scelta permettendomi di continuare ad uscire con la medesima tavola utilizzata nelle condizioni da vento forte. Questa la mia esperienza che credo risulti valida per chi ha un peso tra gli 85-90 kg e un quiver di vele dalla 5.7 o 5.5 in giu'. Credo che un rider piu' leggero di me tra gli 80-85 kg potrebbe optare senza problemi per l'85 litri. Ringrazio Dna surf shop e White Reef che come sempre ci forniscono l'ottimo materiale. Ringrazio Paolo De Angelis per aver apprezzato le mie impressioni e pubblicato questo mio primo test.

Emilio Lamberti windspirit staff

Test Tabou Da Curve 79 2013
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