Tutte le informazioni per scegliere meglio la tua prossima tavola da surf
04-03-2010Didattica
PRINCIPI BASE
Costruire una tavola da surf è un lavoro che richiede molta concentrazione ed attenzione. Piccoli particolari possono cambiare profondamente la funzionalità della tavola. Lo shape può essere diviso in 6 parti: shape piano, rocker, bottom, volume, bordi (rail) e pinne.
Come indica la figura (A, B, C) ogni punto a una funzione specifica per ogni momento dell’onda. (foto 1)
A. È la zona che da la direzione alla tavola. Essendo il punto maggiormente a contatto con l’acqua è direttamente legato all’esecuzione delle manovre.
B. In questa zona si trova il wide point, il punto massimo di larghezza. Il volume solitamente è maggiore rispetto alle altre sezioni della tavola. In questo punto il flusso d’acqua raggiunge l’equilibrio.
C. È la zona “meno” importante della tavola avendo poca superficie a contatto con l’acqua. Le sue caratteristiche entrano in gioco durante il take off e sono determinanti per il nose riding con il longboard. In questa parte della tavola il flusso d’acqua inizia ad essere incanalato verso il wide point.
Shape piano
Lo shape piano è la superficie della tavola. Vista da una prospettiva frontale fornisce le prime impressioni sulla tavola.
MISURA
Le misure della tavola vengono scelte in funzione delle caratteristiche fisiche del surfista (altezza e peso),
delle sue capacità tecniche e delle dimensioni delle onde.
OUTLINE
L’outline corrisponde al perimetro della tavola. È quella linea che unisce le varie sezioni della tavola (larghezza
nose, wide point, tail).
WIDE POINT
È il . Il wide point può essere al centro della tavola oppure leggermente spostato in avanti verso il nose o indietro verso il tail. Un wide point più arretrato conferisce più manovrabilità alla tavola mentre un wide point più avanzato la rende più rigida nei cambi di direzione.
ROCKER
Il rocker corrisponde all’incurvatura della tavola. Più è accentuato e meno superficie risulta essere a contatto con l’acqua rendendo la tavola più manovrabile ma più lenta nel take off e nelle sezioni meno ripide dell’onda. Un rocker meno accentuato avendo più superficie a contatto con l’acqua permette alla tavola di passare le sezioni lente dell’onda con più facilità.
A. Rocker accentuato: curve più strette, maggiore manovrabilità, minore proiezione e minore velocità nelle sezioni lente.
B. Rocker meno accentuato: maggiore velocità nelle sezioni lente, più proiezione, curve più larghe e meno manovrabilità.
C. Più rocker nel tail: perde velocità, guadagna verticalizazzione, permette manovre strette, ma perde in proiezione.
Raccomandata per chi spinge con molta pressione sul piede anteriore. In questo caso il rocker in punta dovrà essere ridotto per garantire proiezione e velocità alla tavola.
D. Meno rocker nel tail: curve più larghe, aggrega velocità e proiezione, ma perde in verticalizzazione.
Raccomandata per chi esercita più pressione con il piede posteriore. Questi surfisti si caraterizzano per avere un ottimo controllo della tavola, tuttavia con poca velocità e proiezione nelle manovre.
E. Più rocker nel nose: raccomandata per onde tubanti, poichè facilita il drop, riducendo l’entrata del flusso d’acqua.
F. Meno rocker nel nose: raccomandata per onde mosce, facilita l’entrata nell’onda.
DISTRIBUZIONE DI VOLUME / FOIL
La . Un’errata distribuzione del volume può pregiudicare totalmente la performance della tavola.
La parte posteriore deve avere proporzionalmente più volume, poichè è li che si concentra il peso del surfista. (Foil è la distribuzione del volume, ossia la curva del deck con la curva del bottom).
NOSE
Il nose è la parte anteriore della tavola, la prima a venire a contatto con la superficie dell’onda durante il take off.
Un nose più largo garantisce più galleggiabilità ma meno manovrabilità mentre un nose più stretto rende più manovrabile ma più lenta nel take off.
TAIL
È uno dei dettagli più visibili e anche con più variazioni. Incide direttamente nella performance della tavola.
Squash: è il più usato ai giorni d’oggi ed è più compatibile con il surf attuale. Inoltre con piccole modifiche può essere applicata a qualsiasi tipo di tavola unendo le caracttzeristiche di tutti gli altri tail. Funziona bene in quasi tutti i tipi di onda.
Pin tail: : il pin tail essendo molto stretto garantisce stabilità e velocità nelle sezioni molto ripide dell’onda. È molto utile nelle tavole superiori ai 7’ utilizzate nelle onde tubanti. La sua variante, il round-pin tail, rende la tavola leggermente più manovrabile ma meno stabile.
Swallow: è una variazione del pin tail ma essendo più largo rende la tavola più manovrabile e allo stesso tempo stabile rispetto ad uno squash.
Wings: i wings permettono di restringere la larghezza del tail in tavole larghe. Molto usato nei fish retrò facilita il rail to rail.
Ogni tipo di tail può subire le seguenti variazioni: Stretto: manovre sicure e potenti. Largo: manovre dolci e maggiore sostentazione idrodinamica. Più rotonda: manovre dolci e curve più larghe. Più a punta: manovre incisive.
BOTTOM
Il bottom è la parte della tavola direttamente a contatto con la superficie dell’acqua. Il può avere diversi tipi di
caratteristiche:
V bottom: favorisce il cambio di rail rendendo la tavola più manovrabile. Se troppo
eccessivo, la tavola può perdere velocità e pressione nelle manovre. Normalmente
è usato tra le pinne e soppratutto in tavole con discreto volume.
Concave: contrario al V bottom, aumenta la pressione e la velocità del flusso
d’acqua, tlo. Rende la tavola più rigida e meno manovrabile. Usato in tavole sottili
e all’altezza del wide point. Una variante del concave è il double concave che
conferisce maggiore pressione e velocità alla tavola.
Fondo piatto (flat): è la via di mezzo tra il concavo e il V bottom. Aumenta la
pressione del V bottom e il cambio di rail del concavo. Normalmente usato dal
wide point fino alla punta in qualsiasi tipo di tavola. Si adatta a quasi tutti i tipi di
condizioni.
Canali (channels): canalizzano il flusso d’acqua in linea retta, aumentando la
velocità e la proiezione. Rende la tavola più rigida, meno manovrabile e più incollata
alla superficie dell’acqua.
BORDI / RAIL
Sono le parti laterali della tavola che “tagliano” l’acqua e controllano le virate. I parametri che definiscono il bordo
sono tre: edge, centro, spessore.
Bordi spessi: evitano che l’acqua vada sul deck portando la tavola fuori dell’acqua.
Bordi sottili: entrano nell’acqua e offrono una maggiore sensibilità al surfista.
Low: penetrano più facilmente nell’acqua durante le curve. Permettono manovre più radicali e curve più strette. Consigliati per onde ripide e di grosse dimensioni.
Semi box: sono un ottimo compromesso fra il bordo box e quello low. Consigliato per onde alte fino ai 2m. Ideali nelle onde mediterranee.
Box: sono caratterizzati da uno spessore molto accentuato che permette alla tavola di galleggiare nelle curve senza sprofondare nell’acqua. Sono consigliati per onde poco ripide e poco potenti.
High: utilizzati nella parte posteriore della tavola (vicino al tail), galleggiano maggiormente nelle curve evitando di perdere velocità e controllo nelle onde piccole.
Sharp: utilizzati nella parte posteriore della tavola (vicino al tail), penetrano più facilmente nella superficie dell’acqua permettendo manovre più radicali e ottimo controllo nelle sezioni tubolari dell’onda.
EDGE
È l’angolo fra il rail (bordo) ed il bottom della tavola. È determinante per la manovrabilità della tavola e per la sua capacità di tagliare l’acqua.
Soft: usato principalmente nella parte anteriore della tavola (dal wide point al nose), facilita il rail to rail ovvero la capacità di cambiare bordo nelle curve. Se utilizzato nella parte posteriore della tavola (vicino al tail) perde in proiezione e velocità.
Hard: usato principalmente nella parte posteriore della tavola (vicino al tail), permette alla tavola maggiore proiezione, velocità e controllo. E’ il tipo di edge utilizzato per la maggior parte delle tavole.
Tanto il hard quanto il soft edge dipende dal surfista e dell’onda che sarà surfata.
DECK
Il deck shape permette di distribuire il volume lungo la superficie della tavola senza sacrificare la sua galleggiabilità. I diversi tipi di deck aiutano a tenere sotto controllo il volume della tavola e dei bordi.
Dome Deck: è il tipo di deck più utilizzato nelle shortboard
moderne. Spessore accentuato nella parte centrale
della tavola che sfuma verso rail più bassi.
Flat Deck: molto usato nel passato specialmente nei longboard, twin fin, bonzer e single fin. Permette alla tavola maggiore galleggiabilità distribuendo il volume più uniformemente.
PINE / FINS
La funzione delle pinne è quella di assorbire l’energia del flusso d’acqua dando direzione alla tavola. Esistono diverse disposizioni per le pinne, ma le principali sono:
Mono pinna/single fin: curve larghe e maggiore aderenza. Usata nei Longboard, permettono manovre dallo stile classico e aderenza durante il nose riding quando la pressione sulle pinne è praticamente nulla. Molto usata nei gun su onde di grosse dimensioni, quando il controllo è più importante che la manovrabilità.
Twin fin: maggiore manovrabilità rispetto ai single fin, ma con meno controllo e precisione. Raccomandata in condizioni di mare medio
piccolo. Ha come caratteristica la scioltezza del tail. Difficile da usare nelle sezioni ripide dell’onda.
Thruster: inventato da Simon Anderson nel 1980 è lo schema di pinne più utilizzato oggi nelle tavole corte. Garantisce performance di alto livello e allo stesso tempo versatilità.
Gli elementi base che compongono una pinna sono:
Profondità: misura l’altezza della pinna.
Base: lunghezza della pinna nel punto di contatto con il bottom.
Punta: estremo verticale della pinna opposto alla base.
Inclinazione: è l’angolo che si crea tra la base e la punta.
Edge di entrata: è il “rail” anteriore della pinna.
Edge di uscita: è il “rail” posteriore della pinna, solitamente molto affilato.
Flex: è la rigidità della pinna, o quanto la punta può essere flessibile rispetto alla base.
Foil: configurazione longitudinale della pinna, normalmente più larga nell’edge di entrata stringendosi gradualmente fino all’edge di uscita.
PERFORMANCE DELLE PINE
Una base maggiore aumenta la proiezione ma rende la tavola più rigida nel rail to rail. Una punta più larga aumenta il controllo e rende la tavola più rigida (caratteristica utile per la tavola da onde grosse e per il nose riding nei longboards). Quanto più inclinata è la pinna, maggiore è l’arco delle curve. Più verticale o flessibile è la pinna, minore è la proiezione.