SIAMO SALVI GRAZIE AL SURF
30-12-2004All News
Si sono salvati grazie alla loro passione: il surf, per necessità trasformato da hobby a segreto di sopravvivenza. È successo a gruppo di surfisti romani, bagnini di Ostia con il pallino del mare e delle onde, che, in vacanza a Ikkadua, nello Sri Lanka, si sono salvati all'arrivo dello tsunami, cavalcando per circa un'ora l'onda e restando al largo in attesa che il mare si calmasse.
Una sfida agonistica, che nemmeno i campioni di surf si augurerebbero. Ma per fortuna finita bene e da raccontare al ritorno in Italia, stamattina con il volo Alitalia della Protezione Civile dallo Sri Lanka. "Eravamo a Ikkadua. è stato mostruoso ha raccontato uno di loro, Marco Tartaglia eravamo sul surf quando si è alzato il mare di 6 metri. Sono riuscito a salvare un cingalese che stava annaspando a nuoto e che stava tirando giù anche a me, e poco dopo ho ritrovato anche la mia ragazza. Ci siamo salvati cavalcando le onde, rimanendo a largo quasi per un'ora finchè il mare non si è ritirato". Il gruppo è formato da amici, tutti bagnini dei 'Cancellì, le spiagge pubbliche del lungomare di Ostia. Erano partiti per una vacanza di sole e sport e con l'immancabile tavola da surf, che questa volta ha salvato loro la vita.
"Quando siamo tornati a riva - raccontano - a terra era la distruzione totale:non si può descrivere la scena del treno rovesciato dal maremoto, morti dappertutto. Era il giorno di mercato: l'onda ha spazzato via persone e cose".
I surfisti hanno parole di gratitudine per la gente dello Sri Lanka. "Il popolo cingalese, che ha meno di noi - raccontano i surfisti - ha computo gesti incredibili per noi: ci ha aiutato dandoci cibo, ospitalità in collina. Non dimentichiamoli, dobbiamo aiutarli". Anche stamattina, nello scalo romano, ci sono state scene di intensa commozione all'arrivo dei turisti italiani. Come l'abbraccio tra tre bambini romani con i nonni. "Nonna - dice Gianmaria, 6 anni e mezzo, escoriazioni sul volto, che con genitori e fratellini era in un villaggio a sud sulla costa - non piangere. Stiamo bene". Erano su una barca, ed è stato provvidenziale perchè, virando ad un certo punto, si sono lasciati la 'grande ondà alle spalle. "Ma qualche istante dopo - racconta il bambino - forse per la stanchezza e l'emozione, il babbo è svenuto, soccorso immediatamente su una barella dal personale della Croce Rossa".
Tutti hanno ancora negli occhi la catastrofe vissuta. "è stato l'inferno, è stata dura racconta a sua volta Roberto Ferrante, di Roma il mare si è spinto a Ikkadua per un chilometro all'interno. Mezzi nudi, ci siamo salvati scappando nella giungla. Perdendo tutto, vestiti. Siamo riusciti a recuperare poche cose. Intorno feriti, morti e desolazione. Aiutiamo i cingalesi: sono un popolo stupendo, ci hanno aiutato in tanti modi nonostante la tragedia che li ha colpiti".
A bordo del volo, tra i 201 passeggeri, anche 89 turisti stranieri, in larga parte europei, accolti a bordo dopo aver raggiunto con difficoltà l'aeroporto. Di questi 28 sono tedeschi, 6 francesi, 3 norvegesi, 3 danesi, 4 austriaci, 20 svizzeri, 2 greci, un belga, un rumeno, tre inglese, un irlandese, uno spagnolo, un croato, 7 svedesi ma anche uno statunitense ed un colombiano. Accolti anche da rappresentanti di ambasciata, personale Alitalia e tour operator, saranno trasferiti appena possibile con voli di linea nei rispettivi paesi di origine. A bordo del volo oltre una decina di passeggeri, anche stranieri hanno contusioni, escoriazioni, ferite leggere e alcuni di loro, subito dopo lo sbarco, sono stati assistiti con sedie a rotelle.
E c'è anche chi ha vissuto la tremenda ondata mentre si trovava in acqua, come un sub alle Maldive che è arrivato con le stampelle all'aeroporto di Malpensa per via di uno strappo muscolare. "Ero sott'acqua - ha raccontato - facevo l'immersione. Poi è arrivata questa corrente spaventosa e ci siamo attaccati a degli scogli come delle bandiere, così ci siamo salvati. È stata una cosa incredibile, avevo la maschera schiacciata al volto".
Articolo tratto da: http://www.panorama.it