Referendum, campagna a Ferragosto Baldelli lancia la sfida del kite surf
16-08-2016All News
Kite surf contro ombrelloni per la sfida di novembre sulla Costituzione. Incalzati dal premier Matteo Renzi e dalla ministra Maria Elena Boschi, i fautori del Sì al referendum del 20 (o del 27) novembre sui 46 articoli della Carta modificati dal Parlamento hanno lanciato la campagna sotto gli ombrelloni per illustrare al maggior numero possibile di italiani le buone ragioni per approvare la riforma del bicameralismo paritario e del Titolo V (federalismo): «Convincete almeno 5 amici o conoscenti spiegando il merito della legge», è la parola d'ordine del Pd che si prepara. A una campagna di settembre ben più aggressiva. Tavole a vela per il no
A Ferragosto si è mosso anche il fronte del No.
Oltre al tour in motocicletta delle località turistiche intrapreso da Alessandro Di Battista (M5S) e alle tante iniziative dei comitati per la Difesa della Costituzione, ora c'è l'iniziativa di Simone Baldelli, vice presidente della Camera di Forza Italia, che ha autoprodotto uno spot (video) sulla spiaggia mentre è intento ad affrontare le onde con un kite surf (una tavola attaccata a una sorta di parapendio): «Il vento è cambiato, caro Renzi....Noi votiamo No», Con l'hashtag #ILMIOSPOTPERILNO, Baldelli invita tutti i difensori della Costituzione repubblicana a realizzare il propio spot e a postarlo su Facebook o su Twitter . Sotto gli ombrelloni per il Sì
Con una particolare attenzione alla Versilia, dove si presume che i villeggianti abbiano ancora simpatie politiche per il centrodestra e per Forza Italia, gli strateghi della campagna per il Sì al Refrerendum hanno impostato tutta la campagna di agosto con un «passaparola» capace di convincere chi (e sarebbero almeno tre elettori su quattro) non ha ancora capito i contenuti della legge che riscrive la Costituzione, abolendo il Senato elettivo e riscrivendo il rapporti centro periferia a favore dello Stato. Secondo i calcoli del team istallato a Palazzo Chigi dal premier Renzi, ci vuole almeno il 60% di affluenza alle urne per mettere in sicurezza la vittoria del Sì. Altrimenti, con percentuali più basse, le quotazioni del No sarebbero molti più alte.