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Un altro smacco alla natura, il condono edilizio è legge

14-10-2004
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La Giunta ha approvato il provvedimento che consentirà di sanare gli abusi: al massimo 450 metri cubi per la prima casa, 300 per le altre. Michele Meta (Ds): "A chi ha costruito interi edifici, basterà 'intestare' le domande di condono a tanti singoli proprietari"

Approvata dalla Giunta della Regione Lazio la legge sul condono edilizio. Secondo quanto rende noto la Regione, il provvedimento individua le opere abusive suscettibili di sanatoria come quelle ''realizzate in assenza o in difformita' del titolo abilitativo edilizio e non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti al 31 marzo 2003 che non abbiano comportato un ampliamento del manufatto superiore al 20% della volumetria della costruzione originaria e, comunque, superiori a 400 metri cubi''. Inoltre ''vengono stabiliti limiti volumetrici piu' riduttivi rispetto alla normativa nazionale delle opere abusive che possono essere sanati in sede di nuove costruzioni residenziali, privilegiando la prima casa sulle seconde case (450 metri cubi nel primo caso, 300 nel secondo)''.

Vengono ''escluse dalla sanatoria le opere che ricadono su aree sottoposte a vincoli di qualsiasi natura che comportino la inedificabilita' sempre che il vincolo sia stato apposto prima della esecuzione delle opere; le nuove costruzioni realizzate su aree del demanio statale, regionale e degli enti locali; i cambi di destinazione d'uso degli immobili destinati a parcheggio senza che non sia dimostrata la reperibilita' di una equivalente superficie da destinare a parcheggio''.

Lo spirito della legge, ha spiegato l'assessore all'urbanistica della Regione Luciano Ciocchetti, ''e' quello di favorire la sanatoria degli abusi di necessita' e non quelli speculativi''. In questo senso l'art.7 ''prevede l'aumento del 10% per l'oblazione, un aumento del 100% dell'acconto degli oneri concessori per le nuove costruzioni e gli ampliamenti, del 50% per le ristrutturazioni, lasciando invariati gli importi per l'abuso di opere relative alla prima casa''..

Il sì al condono ha scatenato, come era prevedibile, la reazione delle opposizioni. ''La legge sul condono, ancora una volta, smentisce le promesse del Presidente Storace'', ha infatti dichiarato il capogruppo dei Ds in consiglio regionale, Michele Meta. ''Il presidente aveva tuonato contro il condono proposto dal governo nazionale, arrivando a proporre il ricorso alla Corte costituzionale. Ora, come al solito - aggiunge Meta -, nega se stesso''. Per l'esponente Ds ''il provvedimento e' molto generoso verso chi ha abusivamente consumato il territorio e smentisce le intenzioni piu' volte dichiarate dallo stesso governo regionale. Si prevede infatti il limite di 450 metri cubi per singola domanda di sanatoria, nel caso di prima casa, senza - sottolinea - definire un limite complessivo riguardante la nuova costruzione. "Si finisce, di fatto - precisa ancora - per favorire la sanatoria di nuove costruzioni abusive realizzate con fini tendenzialmente speculativi. Per chi ha costruito abusivamente interi edifici, sara' sufficiente 'intestare' le domande di condono a tanti singoli proprietari per superare facilmente il limite di 450 metri cubi. Se a questo si associa l'introduzione del silenzio-assenso alla scadenza dei 24 mesi dal pagamento dell' ultima rata degli oneri concessori (30 giugno 2005), date le note difficolta' di tutte le amministrazioni comunali nel chiudere ancora oggi i procedimenti aperti con i due precedenti condoni edilizi (quello dell'85 e quello del '94), si rischia di dare una mano ancora piu' forte a chi ha costruito abusivamente''.

A tali denunce ha reagito quasi in tempo reale Ciocchetti. ''L'interpretazione che Meta da' della pdl sul condono edilizio e' errata. Se infatti avesse letto tutto il testo della proposta di legge, capirebbe - spiega l'assessore - che per dimostrare che si tratta della prima casa bisogna presentare documenti probanti al 31 marzo 2003. E' inoltre falso che si possano dividere gli alloggi e che si possa condonare un edificio con piu' di 450 metri cubi''. Per quanto riguarda il silenzio-assenso, Ciocchetti ricorda: ''Abbiamo applicato la procedura massima prevista dal condono nazionale e ricordo che partendo dal 30 giugno 2005 sono 32 mesi e non 24''.
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