“L’arte è sempre in qualche modo autobiografica”. Quando il surf ispira l'arte
30-01-2007Home
“Per più di vent’anni avevo pensato di utilizzare dei motivi floreali… -continua Gammon- assieme ai rettangoli hanno perso praticamente tutta la loro funzione rappresentativa in quanto sono ovunque, onnipresenti su tessuti e carte da parati”. Così, dalle geometrie iridescenti della serie Ocean, presentata alla Stephen Lacey Gallery di Londra nel 1999, questo artista, un tempo assistente del pittore londinese Howard Hodgkin, è approdato alle forme liberamente circoscritte del ciclo Green Room, iniziato nel 2003. Un titolo che richiama nuovamente il mondo dei surfer e la loro filosofia di vita, tutta legata al momento magico del tunnel ondoso nel quale proiettarsi a tutta velocità, prima che l’onda si chiuda definitivamente su se stessa. Proprio quell’attimo adrenalinico che Gammon cerca di catturare e riproporre sulle sue tele a tinte acide, dalle campiture di colore perfettamente steso a riprodurre un barlume di tridimensionalità, nell’esasperato sovrapporsi di immagini modulari. Dove, come riscontra Olga Gambari nel testo critico, “la lezione del minimalismo rimane nell’impianto rigorosissimo della strutturazione compositiva, nella precisione del tratto, insomma nella meticolosità del progetto che sostiene ogni lavoro”.
Come succede del resto nel primo della serie Green Room, il grande dittico blu intitolato Where’s Dora e dedicato a questo fantomatico eroe del surf (Dora), sempre giovane e costantemente in giro per il globo. Alla ricerca dell’onda perfetta.
Nick Gammon – Where’s Dora?
Torino, Mar & Partners art gallery, via Parma 64 (zona corso Regio Parco)
Orario di visita: dal martedì al sabato ore 15.30 -19.30 o su appuntamento
Ingresso libero - Per informazioni: telefono/fax 011.854362 - www.mar-partners.com - info@mar-partners.com - Con testo critico di Olga Gambari