Greenpeace: campagna contro la caccia alle balene
22-12-2006Home
La maggior parte di queste popolazioni sono state sfruttate e portate sull'orlo dell'estinzione dalla caccia e dalle minacce ambientali dovute ad attività umane sconsiderate (pesca eccessiva, cambiamenti climatici, inquinamento). Attraverso le azioni dirette e non violente in mare, la denuncia all'opinione pubblica e le pressioni politiche, l'attività di Greenpeace ha svolto un ruolo decisivo nell'introduzione, da parte dell'IWC, di una moratoria sulla caccia alle balene, entrata in vigore nel 1986. A quel tempo, si pensava che l'industria baleniera si sarebbe lentamente esaurita, ma non è stato così. Delle nove nazioni baleniere presenti quando la moratoria è entrata in vigore, sette hanno cessato le loro attività entro il 1990.
Solo Giappone e Norvegia e dall'estate del 2003 anche l' Islanda, hanno continuato ad uccidere balene portando avanti allo stesso tempo campagne aggressive per revocare il divieto sulla caccia. Greenpeace è impegnata a livello internazionale nel tentativo di comunicare un messaggio tanto semplice quanto urgente: è arrivato il momento di proteggere le balene e gli oceani in modo permanente e imporre un divieto definitivo alla caccia.
Stiamo conducendo questa battaglia su molteplici fronti:
Attraverso le azioni dirette e non violente contro le flotte baleniere; Tenendo informata l'opinione pubblica, soprattutto in Giappone, Norvegia e Islanda, sugli effetti della caccia alle balene; Facendo pressione sui membri dell'IWC affinché non si rinunci alla moratoria e si approvino nuove misure a tutela dei grandi cetacei; Sostenendo il divieto di commercio internazionale di carne di balena della Convenzione internazionale sul commercio delle specie a rischio di estinzione [ CITES ]; Denunciando le attività illecite in mare e portando avanti un lavoro di pressione sui governi per la creazione di normativa di tutela e salvaguardia dei cetacei e del mare.