SCARICHI IN MARE, MULTATE 37 IMPRESE
05-12-2004Home
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Saverio Forte (04 dicembre 2004)
Il mare del sud-Pontino gode di un migliorato stato di salute ma c’è ancora chi continua ad attentare alla sua fruibilità e al suo precario ecosistema. Sono allarmanti i dati resi noti dalla sezione operativa navale della Guardia di Finanza di Formia al termine della prima parte dell’operazione “Mare blù”, un’azione di controllo che, promossa in stretta collaborazione con il Nucleo Regionale di Tributaria (il Gaic) di Roma e l’Arpa Lazio, ha permesso di passare al setaccio una trentina di impianti di depurazione, industriali e civili, lungo il litorale del sud-pontino, dal fiume Garigliano al promontorio del Circeo. Gli “007” ambientali del Comandante della sezione operativa navale delle Fiamme Gialle di Formia, il tenente Luigi Siniscalco, hanno verificato il rispetto degli impianti di depurazione del decreto legislativo numero 152/99, dalla normativa regolante la gestione dei rifiuti (il decreto “Ronchi”) e hanno sottoposto a controllo anche i trasportatori delle rifiuti prodotti dalla depurazione delle acque. I risultati emersi non sono stati idilliaci. A violare la normativa sulla depurazione delle acque sono soprattutto i privati ai quali la Guardia di Finanza ha comminato sanzioni amministrative per un importo di quasi tre milioni di euro. Il gestore di un impianto di depurazione è stata addirittura denunciato penalmente per inquinamento, 37 imprenditori sono state sanzionati amministrativamente, due segnalazioni per la chiusura di due attività turistico-ricreative sono state inviate alla Prefettura di Latina e due diffide nei confronti di altre tre sono state inviate ai sindaci dei Comuni competenti per territorio. Oltre ad accertare il corretto funzionamento degli impianti di depurazione industriale e civili, gli ispettori Raffaele, Prosdocimo e La Torre del Nucleo Ambientale della sezione operativa Navale della Guardia di Finanza di Formia ha acquisito durante i controlli una corposa documentazione al fine di accertare “eventuali violazioni per i finanziamenti di cui le amministrazioni oggetto del monitoraggio – ha dichiarato il tenente Siniscalco – hanno beneficiato per l’adeguamento alla normativa vigente degli impianti”. Il timore è fondato: per alcuni degli imprenditori ispezionati, se dovessero essere accertate ulteriori irregolarità, potrebbe prefiguarsi l’ipotesi della truffa ai danni dello Stato. Se da una parte questa innovativa attività preventiva a tutela dell’ambiente è scaturita dal protocollo d’intesa stilato dalla sezione operativa della Guardia di Finanza di Formia e la Regione Lazio sulla scorta delle direttive del neo comandante della stazione navale di Civitavecchia capitano Giampiero Carrieri e del Comandante del reparto operativo areonavale di Roma maggiore Emilio Errigo, dall’altra parte la fattiva collaborazione instaurata tra gli uomini del tenente Siniscalco, la Provincia, l’Arpa Lazio e i sindaci dei Comuni del sud-pontino ha permesso di verificare (anche attraverso mezzi navali d’altura e di alcuni sommozzatori giunti da Civitavecchia) l’”efficiente stato” di alcune delle condotte sottomarine di scarico funzionanti lungo la Riviera d’Ulisse.
I depuratori dei Comuni funzionano finalmente e l’attenta analisi degli investigatori l’hanno comprovato. Gli impianti di Gaeta e di Sperlonga hanno rispettato nelle operazioni di scarico delle acque reflue i rigidi limiti tabellari previsti dal decreto legislativo 152/99 (al punto da fregiarsi negli ultimi anni della prestigiosa “Bandiera blù”) così come funzionano, dopo le polemiche degli anni scorsi, i depuratori di Formia e di Minturno.Tratto da: http://www.ilterritorio.info